Giuseppe Verdi es un compositor al que Andrea Carè ama “profundamente”, por la forma elegante en la que el compositor fusiona libreto y música para hablar “sobre el amor, la religión, la política y la psique humana; de hecho, es difícil imaginar un artista más complejo y completo, y por este motivo, con mi primer álbum, he querido rendirle homenaje, pero no con sus grandes arias de ópera, sino con sus obras más íntimas.”

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“El tenor turinés Andrea Carè y el pianista italoamericano Vincenzo Scalera presentan una nueva grabación dedicada a Verdi: Ad una Stella, en formato libro-disco.”

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“El tenor Andrea Carè presenta su primer disco, ‘Ad una stella’, que incluye una selección de las canciones para voz y piano de Verdi. Para el álbum, grabado con el sello discográfico Illiria, el cantante ha colaborado con el pianista Vincenzo Scalera. Hablamos con Carè sobre el proceso de gestación del disco, su oportunidad de estudiar con Pavarotti o su debilidad por la música de Sinatra”

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“Las posibilidades de llegar al público en nuevos formatos encuentra una fórmula original en Ad una Stella, un libro con acceso a un disco alojado en todas las plataformas digitales del tenor italiano Andrea Carè”

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“El tenor turinés Andrea Carè y el pianista italoamericano Vincenzo Scalera llevaban tiempo tratando de unir sus talentos para colaborar juntos hasta que este deseo se materializó en Ad una Stella”

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“Quant au ténor Andrea Carè, il donne la pleine mesure de Cavaradossi dans le troisième acte et son tout aussi légendaire ‘E lucevan le stelle’. Oui, les étoiles brillaient sur la scène… (St.R.)

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“Toujours très lyrique, Andrea Carè dans le rôle de Cavaradossi se met au service d’une interprétation ultra bel-cantiste. Des longues phrases amoureuses aux cris déchirants, le personnage puccinien est servi avec une fidélité à la vision romantique de Puccini, plus légère et distante qu’au premier cast, mais certainement plus sensible.”

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“The singers were uniformly excellent, as exciting dramatically as they were vocally. Real Russian flavor was provided by Golovneva and Sulimsky, although Trąbka’s Polish roots made him almost their equal stylistically. Andrea Carè, one of Pavarotti’s last students, was handsome and dashing as the impetuous youngest incarnation of the protagonist.”

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“Per l’occasione il cast è di prim’ordine. Nel ruolo del titolo vi è il tenore Andrea Carè, affermato tenore italiano ma che purtroppo in Italia non sentiamo spesso, uno degli ultimi allievi di Luciano Pavarotti. Il dettaglio non è certo irrilevante perché se ne ravvisano alcune caratteristiche vincenti, tra tutte il fraseggio espressivo e l’intelligente padronanza dello strumento vocale in un ruolo che non concede sconti e richiede una certa solidità. Il suo Don Carlo ha personalità e trova la giusta dimensione nei tanti momenti d’assieme in cui è coinvolto.”

Rolando Paolo Guerzoni

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“Andrea Carè proponeva un Infante fragile emotivamente, tramite un fraseggio ricco di chiaroscuri, particolarmente felice nei duetti con Elisabetta; molto bello ad esempio l’attacco scoperto sul sol bemolle 3 (eseguito come previsto in partitura: a mezza voce, dolcissimo) di Vago sogno m’arrise al quarto atto”

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“En Cavaradossi, l’excellent ténor italien Andrea Carè, quelque peu cueilli à froid au premier acte, donne par la suite le meilleur de lui-même. Ses duos avec Tosca sont touchants à souhait. Dans le fameux air « E lucevan le stelle » au dernier acte chanté sans pathos excessif avec son magnifique accompagnement de clarinette, qui se termine en sanglots, il se montre bouleversant. ”

Brigitte Formier

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“En Cavaradossi, Andrea Carè phrase amoureusement son premier acte et sait se muer en ténor héroïque au deuxième, même si la palette de timbres et de nuances gagnerait à être plus large encore.”

By Tristan Labouret

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“Don José è affidato al giovane torinese Andrea Carè, allievo di Raina Kabaiwanska. Il tenore dispone di un materiale vocale decisamente interessante. La natura della vocalità è più lirica che drammatica ma mostra una buona robustezza anche nel settore medio grave con suggestive bruniture timbriche. La preparazione tecnica è impeccabile e si apprezza un canto ottimamente sostenuto sul fiato e un’emissione omogenea ed elegante che ha come punto di maggior risultato un’impeccabile lettura della “Romanza del fiore” arricchita da suggestive mezze voci. Sul piano interpretativo manca ancora un po’ di maturità; certe intuizioni interpretative appaiono più abbozzate che compiute anche se l’idea complessiva del personaggio, un ingenuo sconvolto da un’esperienza talmente grande da risultargli incomprensibile, nell’insieme, funziona e con un po’ più di esperienza potrà essere ancor meglio centrata.”

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“Particolarmente atteso nella sua città natale, Andrea Carè ha affrontato con sicurezza il ruolo di Don José offrendone un’interpretazione convincente nel delineare una figura i cui rassicuranti valori etici e morali sono fatalmente messi alla prova dall’incontro con una passione autentica e travolgente. Un percorso di caduta nell’abisso dei sentimenti umani nel quale il tenore ha avuto modo di palesare la propria solidità tecnica e l’attenzione alla resa emotiva del personaggio. Carè è stato particolarmente sensibile alle sfumature del canto e nella resa degli accenti melanconici del giovane caporale dei Dragoni (soprattutto nel duetto del primo atto con Micaela). Oltre a ciò, il tenore ha sfoggiato un’emissione sempre fluida, ben modulata nelle mezze voci (come è avvenuto per “La fleur que tu m’avais jetée”) e correttamente focosa nel drammatico confronto finale con la protagonista.”

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“Tuvo en el Don Carlo de Andrea Carè una réplica muy notable y convincente. Gallardo y aguerrido, sin arredrase un ápice ante esta exigente y expuesta partitura, este tenor italiano supo exponer la personalidad de este complejo personaje sin caer en excesos vocales, cuidando el fraseo y encontrando en Arteta una evidente complicidad.”

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Andrea Carè, ein Spintotenor aus Turin, konnte als Pinkerton voll und ganz überzeugen. Fast wie veni, cantavi, vinci. Eine schön timbrierte Stimme, die sehr gut trägt, und kein Brüller. Sein Stil mit der leichten Träne im Vortrag der Rolle ist alter italienischer Stil in bester Form. Darstellerisch ist er schon Dank seines Aussehens vollkommen richtig am Platz.”

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“Mario Cavaradossi, Tosca’s beloved, was Andrea Carè, whose generous tenor was perfectly suited to the passionate young lover. His emission was natural and unaffected, but, at the same time, always elegant, never indulging in the excesses of verismo. He had a very natural demeanour on stage and showed great chemistry with Stundytė. His “E lucean le stelle” was arguably the highlight of the evening: he sang with great emotion, pouring his heart out, and the audience responded by stopping the show with well-deserved applause.”

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“Andrea Carè se montre stylistiquement plus rigoureux. Le ténor, fort d’un timbre lumineux, compose avec justesse le personnage de Radamès, qu’il impose de belle façon…”

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“Jenůfa’s lover, Števa Buryja, was Andrea Carè, whose open and Italianate sound was effective and charming…Carè’s performance was extremely powerful: his natural, generous singing made Števa understandable…”

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Andrea Carè, as Loris, was in wonderful form at the première. The role is perfect for his voice, and he gave us a memorable interpretation. His “Amor ti vieta” (the opera’s best known tune) rightly stopped the show. His technique is impeccable, solving all the problems of the part with nonchalant ease. His tenor is powerful in the chest register, it goes a bit in the nose as it gets higher (a little too much for my taste), but then, at the following passaggio, it blooms in high notes which are extremely easy, natural and beautiful. In general, here was a natural, Italian, spontaneous voice, which perfectly suited the young, reckless lover.
The interpretation of the two main characters was very enjoyable: Grigorian’s Italian pronunciation is excellent, and the two singers showed very good chemistry. They also successfully steered away from the typical exaggeration of verismo, always singing with elegance. Carè’s sobs, at the news of his mother’s death, were realistic but proper, which is very hard to accomplish. And Grigorian’s “Loris, dove sei?” (a known pitfall for all Fedoras, who tend to yell and scream these words) was sweet and in very good taste.”

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“Andrea Carè, as Loris, was in wonderful form at the première. The role is perfect for his voice, and he gave us a memorable interpretation. His “Amor ti vieta” (the opera’s best known tune) rightly stopped the show. His technique is impeccable, solving all the problems of the part with nonchalant ease. His tenor is powerful… it blooms in high notes which are extremely easy, natural and beautiful. In general, here was a natural, Italian, spontaneous voice, which perfectly suited the young, reckless lover.”

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“A Ginevra si ascolta una compagnia di tutto rispetto ed è ovviamente un grande piacere vedere che protagonisti di un’opera di tradizione interpretativa tutta francese sono stati chiamati due italiani, Andrea Carè (Sigurd) e Anna Caterina Antonacci (Brunehilde). Cominciamo dal protagonista, il tenore Andrea Carè, che si disimpegna con grande proprietà stilistica e indiscutibili mezzi vocali dal difficile ruolo di questo Sigfrido francese. La voce è potente e bella, l’accento veramente eroico (ma capace anche di qualche inflessione più tenera e patetica), il fraseggio e la dizione (cosa rara) sono curatissimi. Qualche acuto un po’ troppo spinto (complice forse anche la prevedibile emozione della prima) non ha compromesso un’esecuzione in tutto credibile di un ruolo impervio. La difficile aria dell’atto secondo “Esprits gardiens de ces lieux venereés” (cavallo di battaglia dei grandi interpreti francesi fra le due guerre, come César Vezzani e José Luccioni) lo ha trovato perfettamente a suo agio nel settore acuto e ha suscitato numerosi applausi e autentica emozione tra il pubblico ginevrino.”

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“Bonheur d’autant plus complet que le reste de la distribution s’avère sans faille : l’Italien Andrea Carè saisit avec finesse la complexité d’Osaka, entre pulsions libidineuses et esquisse de sentiments plus « vrais »…”

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“Andrea Carè, Osaka, est un excellent ténor à la voix jeune, puissante, nuancée, sensible et sensuelle. Le seul air véritable de la partition, « Apri la tua finestra » est exceptionnel de tenue.
Tout autant, sa longue intervention au deuxième acte, où s’enfle son désir sensuel pour devenir une passion que l’on croit sincère est un morceau d’anthologie “

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“Andrea Carè ist an ihrer Seite ein stimmlich agiler Don Carlo und bewegt sich vor dem minimalistischen Hintergrund des Bühnenbilds mit geradezu tänzerischer Intuition. Insgesamt überzeugt die differenzierte Bewegungschoreografie, der die Sänger folgen.”

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“…Andrea Carè campe un Don Carlo juvénile et athlétique, étonnamment puissant…”

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“Leur duo final « Ma lassù ci vedremo » murmuré, gorgé d’émotion, à l’écoute et à la réactivité mutuelles remarquables, restera dans les mémoires comme un des sommets de la soirée.”

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