“Quant au ténor Andrea Carè, il donne la pleine mesure de Cavaradossi dans le troisième acte et son tout aussi légendaire ‘E lucevan le stelle’. Oui, les étoiles brillaient sur la scène… (St.R.)

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“Toujours très lyrique, Andrea Carè dans le rôle de Cavaradossi se met au service d’une interprétation ultra bel-cantiste. Des longues phrases amoureuses aux cris déchirants, le personnage puccinien est servi avec une fidélité à la vision romantique de Puccini, plus légère et distante qu’au premier cast, mais certainement plus sensible.”

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“The singers were uniformly excellent, as exciting dramatically as they were vocally. Real Russian flavor was provided by Golovneva and Sulimsky, although Trąbka’s Polish roots made him almost their equal stylistically. Andrea Carè, one of Pavarotti’s last students, was handsome and dashing as the impetuous youngest incarnation of the protagonist.”

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“Per l’occasione il cast è di prim’ordine. Nel ruolo del titolo vi è il tenore Andrea Carè, affermato tenore italiano ma che purtroppo in Italia non sentiamo spesso, uno degli ultimi allievi di Luciano Pavarotti. Il dettaglio non è certo irrilevante perché se ne ravvisano alcune caratteristiche vincenti, tra tutte il fraseggio espressivo e l’intelligente padronanza dello strumento vocale in un ruolo che non concede sconti e richiede una certa solidità. Il suo Don Carlo ha personalità e trova la giusta dimensione nei tanti momenti d’assieme in cui è coinvolto.”

Rolando Paolo Guerzoni

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“Andrea Carè proponeva un Infante fragile emotivamente, tramite un fraseggio ricco di chiaroscuri, particolarmente felice nei duetti con Elisabetta; molto bello ad esempio l’attacco scoperto sul sol bemolle 3 (eseguito come previsto in partitura: a mezza voce, dolcissimo) di Vago sogno m’arrise al quarto atto”

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“En Cavaradossi, l’excellent ténor italien Andrea Carè, quelque peu cueilli à froid au premier acte, donne par la suite le meilleur de lui-même. Ses duos avec Tosca sont touchants à souhait. Dans le fameux air « E lucevan le stelle » au dernier acte chanté sans pathos excessif avec son magnifique accompagnement de clarinette, qui se termine en sanglots, il se montre bouleversant. ”

Brigitte Formier

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“En Cavaradossi, Andrea Carè phrase amoureusement son premier acte et sait se muer en ténor héroïque au deuxième, même si la palette de timbres et de nuances gagnerait à être plus large encore.”

By Tristan Labouret

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“Don José è affidato al giovane torinese Andrea Carè, allievo di Raina Kabaiwanska. Il tenore dispone di un materiale vocale decisamente interessante.

La natura della vocalità è più lirica che drammatica ma mostra una buona robustezza anche nel settore medio grave con suggestive bruniture timbriche. La preparazione tecnica è impeccabile e si apprezza un canto ottimamente sostenuto sul fiato e un’emissione omogenea ed elegante che ha come punto di maggior risultato un’impeccabile lettura della “Romanza del fiore” arricchita da suggestive mezze voci. Sul piano interpretativo manca ancora un po’ di maturità; certe intuizioni interpretative appaiono più abbozzate che compiute anche se l’idea complessiva del personaggio, un ingenuo sconvolto da un’esperienza talmente grande da risultargli incomprensibile, nell’insieme, funziona e con un po’ più di esperienza potrà essere ancor meglio centrata.

 

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“Particolarmente atteso nella sua città natale, Andrea Carè ha affrontato con sicurezza il ruolo di Don José offrendone un’interpretazione convincente nel delineare una figura i cui rassicuranti valori etici e morali sono fatalmente messi alla prova dall’incontro con una passione autentica e travolgente. Un percorso di caduta nell’abisso dei sentimenti umani nel quale il tenore ha avuto modo di palesare la propria solidità tecnica e l’attenzione alla resa emotiva del personaggio. Carè è stato particolarmente sensibile alle sfumature del canto e nella resa degli accenti melanconici del giovane caporale dei Dragoni (soprattutto nel duetto del primo atto con Micaela). Oltre a ciò, il tenore ha sfoggiato un’emissione sempre fluida, ben modulata nelle mezze voci (come è avvenuto per “La fleur que tu m’avais jetée”) e correttamente focosa nel drammatico confronto finale con la protagonista.”

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“Tuvo en el Don Carlo de Andrea Carè una réplica muy notable y convincente. Gallardo y aguerrido, sin arredrase un ápice ante esta exigente y expuesta partitura, este tenor italiano supo exponer la personalidad de este complejo personaje sin caer en excesos vocales, cuidando el fraseo y encontrando en Arteta una evidente complicidad.”

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